Logo Galleria Luce

Tutto ha la sua bellezza, ma non tutti la vedono

Andy Warhol

Quarant'anni anni e dintorni tra Astrazione e Figurazione

Galleria Luce – Venezia
La Galleria Luce di Venezia

Da quasi quarant'anni la Galleria Luce alterna nelle sue vetrine Astrazione e Figurazione.

Inaugurata nell’autunno del 1983 con una personale di Riccardo Licata, ha scelto di rappresentare movimenti e artisti che particolarmente hanno trovato espressione in Laguna, quali lo Spazialismo, testimoniato dalle opere di maestri tra cui Virgilio Guidi, Giuseppe Santomaso, Mario Deluigi, Edmondo Bacci, Gino Morandis, Tancredi, Saverio Rampin, movimento che ha avuto Peggy Guggenheim quale estimatrice e promotrice.

Interno Galleria LuceInterni Galleria Luce di Venezia

Nel suo spazio a fianco del Teatro la Fenice si incontrano inoltre opere di maestri internazionali che hanno segnato il '900, da Zoran Music a Victor Vasarely, da Karel Appel ad Arman. Tra i testimoni del panorama italiano figurativo sono esposti i cavalli maremmani di Giuseppe Cesetti, le nature morte o i paesaggi ad affresco di Bruno Saetti, i canestri di frutta di Felice Carena, in un dialogo ideale proficuo e stimolante. Tino Stefanoni coi suoi paesaggi silenti, Remo Bianco genio della sperimentazione, Mario Schifano maestro della Pop Art italiana e Achille Perilli con le sue scomposizioni cromatiche astratte aprono una finestra sui diversi linguaggi espressivi del Novecento.

I bronzi di Domenico Colanzi - il toro o il cavallo, il gatto o il leone, le figure femminili in raccoglimento, le famiglie in un abbraccio silente ma carico di emotività - rappresentano una importante ricerca di sviluppo della forma nello spazio.

Tra le nuove proposte Massimo Sansavini, coi suoi coloratissimi legni verniciati e assemblati come puzzle in una sorta di universo ludico, Mario Ricci, che attraverso trompe-l’oeil astratti giocati su sfumature cromatiche ad olio simula effetti di tridimensionalità, Diego Palasgo che opera sulla materia depositando tracce sulla superficie del quadro come il tempo sui muri delle città, o Giovanni Franko che ritaglia frammenti architettonici ricollocandoli in una ricostruzione immaginaria di una Venezia onirica.